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LFF - La Masterclass di Ethan Hawke
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Scritta 2 mesi fa in Eventi
Venerdì 26 settembre si è tenuta la Masterclass di Ethan Hawke, anticipata dalla proiezione del suo
ultimo film da regista Wildcat, interpretato dalla figlia Maya Hawke (nota per aver interpretato il
ruolo di Robin nella serie televisiva Stranger Things).
Wildcat è un film “familiare”, come ama definirlo Ethan Hawke, perché basato sulla biografia della
scrittrice americana Flannery O'Connor, molto amata dalla madre e dalla figlia del regista che ha
voluto questo progetto, e perché realizzato con un cast di attori che sono soprattutto amici, come
Laura Linney, Steve Zahan, Liam Neeson e Cooper Hoffman.
Il film permette agli spettatori, che (forse) poco conoscono la vita e la produzione artistica di
Flannery O'Connor, di addentrarsi nelle avversità della sua vita e nei meandri dei suoi racconti.
Il film affronta parallelamente i problemi di salute della scrittrice e l'evoluzione dei suoi stati d'animo,
sublimati nella produzione artistica, producendo uno specchio immediato tra la vita vissuta e le
storie da lei narrate. Lo stile di Flannery è controverso, gotico, spesso colmo di riferimenti e paure
derivanti dalla sua fervente fede cattolica. Descrive una realtà americana che negli anni '50 è ancora
legata alla vita agreste e allo stereotipo razziale, parla di uomini e donne sfruttati e maltrattati dalla
società, reietti a causa di qualche malformazione fisica o mentale.
Non è un mondo tranquillo quello che la scrittrice descrive nei suoi romanzi e nei suoi racconti, ma nemmeno quello che vivequotidianamente, sempre in lotta con la presenza imperante della madre e del lupus, malattia che
piano piano le impedirà di allontanarsi da casa e vivere la vita che avrebbe voluto.
La riflessione sulla fede religiosa è un tratto di connessione importante: Ethan Hawke rivela di
essere molto religioso e di aver trovato con la scrittrice alcune affinità. La fede, intesa come atto di
devozione, può suscitare due comportamenti contrapposti; può rivelarsi utile per la ricerca delle
domande sulla vita, oppure suscitare un atteggiamento di beffa, nei confronti della fede e di coloro
che credono.
Durante la sua lunga carriera, Ethan Hawke ha partecipato a numerosi film che hanno segnato la
vita di tutti noi, a cominciare da “L'attimo fuggente” (Peter Weir, 1989), interpretato all'età di
diciannove anni, al fianco di un quanto mai carismatico Robin Williams. L'espressione Carpe Diem,
centrale nell'evoluzione del film, è diventata un modo di dire comune, un brand di audacia,
sicuramente incentivato dalla diffusione della pellicola. Hawke stesso rivela che questa espressione
è stata rivelatrice anche per lui, funzionando come una guida, attraverso la scoperta della poesia
nascosta nella vita di tutti i giorni.
I registi con cui ha collaborato, soprattutto in giovane età hanno caratterizzato il suo modo di vedere
e vivere l'arte, “non ci sono film di alto o basso livello: da ogni film può nascere una metafora”
perché “ogni film ha una sua matematica”.
Inevitabile soffermarsi sulla sua amicizia e costante collaborazione con il regista Richard Linklater,
con cui ha realizzato la Before Trilogy: Prima dell'alba (1995), Prima del tramonto (2004), Prima
di mezzanotte (2013) e BoyHood (2014), solo per citare i quattro film più famosi.
Il loro nuovo progetto, Blue Moon, già in post-produzione, è dedicato al paroliere Lorenz Hart, del
duo Rodgers and Hart, che dal 1919 al 1943 ha realizzato ventotto musical teatrali e dato vita alle
più famose canzoni di Broadway.
Il segreto di una collaborazione così longeva tra Hawke e Linklater risiede nel desiderio comune di
raccontare “vite di persone normali” e nel valore condiviso di creare con l'arte un luogo privilegiato
di scambio bastato sulla fiducia tra attore e regista: è un sentimento di attenzione e cura, un atto
d'amore
